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Anello delle Creste del Redentore

Monti Sibillini

 

Introduzione : La Cima del Redentore (m. 2448) è la cima più alta della catena di montagne che circonda il versante Ovest della valle del Lago di Pilato. Meglio conosciuta con il nome di "Creste del Redentore".
Il toponimo di questo luogo probabilmente serviva ad esorcizzare la vicina propaggine rocciosa chiamata Pizzo del Diavolo che cade a picco sul sottostante lago.
La leggenda narra che Ponzio Pilato condannato a morte dall'imperatore ottenne che il suo corpo fosse caricato su un carro trainato da due bufali selvatici e lasciato alla loro mercé. Il carro partì velocemente da Roma e dopo varie peripezie si diresse alla volta dei Monti Sibillini. Arrivato nel punto più scosceso precipitò nelle acque del lago che divennero rosse.
Leggenda a parte la storia ricorda che nei secoli passati il lago era frequentato da maghi e negromanti che salivano lassù per i loro riti satanici, e addirittura un parroco aveva fatto installare una forca all'imbocco della valle a monito di chi saliva al lago.
Ritornando al nostro percorso debbo dire che il Lago di Pilato è un vero gioiello incastonato fra le pendici della già citata Cima del Redentore e le pendici del Monte Vettore, che con i suoi 2476 metri è la cima più alta dei Sibillini. Inoltre nelle sue acque vive un crostaceo endemico, il Chirocefalo del Marchesoni (Chirocephalus marchesonii), un piccolo fillopode lungo poco più di un centimetro di colore arancio.
L'itinerario ad anello consente di percorrere queste magnifiche ed affilate creste, con la possibilità di salire il Monte Vettore per poi scendere al lago e percorrere una parte della valle del lago.
Il mio consiglio è di effettuare questo percorso a fine Maggio-Giugno quando dall' aerea cresta è possibile vedere i stupendi campi di lenticchia in fiore nella sottostante Piana di Castelluccio e il lago non si è ancora liberato del ghiaccio che lo ricopre durante l'inverno. Essendo questo un percorso con quote abbastanza elevate porre attenzione alle lingue di neve ed agli improvvisi mutamenti meteorologici e al vento forte. Specialmente nelle ore più calde quando, su queste cime, non è raro che si formino i temporali. E' possibile fare questo itinerario anche in inverno,quando il manto nevoso è ben assestato, ponendo attenzione alle eventuali cornici di neve che si formano sottovento.

  Punti di accesso :Dall’uscita dell’autostrada A14 di Civitanova Marche si prende la superstrada per Tolentino,superato questo centro abitato si prosegue fino all'uscita di Caldarola, poi si prosegue sulla strada statale 77 fino a Visso. Si prosegue ora per il paese di Castelsantangelo sul Nera, proseguendo poi per Gualdo e infine per Castelluccio di Norcia
Per il pernottamento è possibile trovare qualche pensione a Castelsantangelo sul Nera oppure all'Hotel La Fiorita lungo la strada che sale a Castelluccio, lungo la stessa strada, un pò prima, si trova il campeggio Monte Prata, che è aperto da Giugno a Ottobre. E' possibile dormire anche a Capanna Gezzi (rifugio non gestito del C.A.I. richiedendo le chiavi alla sezione di Perugia). 

 Relazione : Oltrepassato l'abitato di Castelluccio in direzione Pian Grande (per chi viene da Visso), si prende una carrareccia, a sinistra, posta al termine della discesa. La si segue tenendosi sempre a sinistra, facendo attenzione al manto stradale, a volte sconnesso, fino ad arrivare a Capana Ghezzi (m.1570) dove si può lasciare la macchina (in estate una metà del rifugio è utilizzata dai pastori).
Dal piazzale antistante il rifugio si risale il prato dietro la fonte andando ad intercettare il sentiero che aggira sulla destra Colle Abieri risalendo le Pianacce. Si segue il sentiero fin quasi alla sella dove il sentiero svolta a destra iniziando a risalire, con una lunga diagonale, il versante Sud-Ovest del Monte Argentella fino ad uscire a Forca Viola (m. 1936, circa 1.30 h).
Ora si prosegue in direzione Sud risalendo con ripidi tornanti il pendio ed oltrepassando sul versante Ovest prima Quarto S. Lorenzo (m. 2247) e poi Cima dell'Osservatorio (m. 2350), dove si nota ancora lo spiazzo con i resti di quello che doveva divenire all'inizio del 1900 un osservatorio metereologico.
Il sentiero continua seguendo l'affilata cresta fino a raggiungere il punto più alto, la Cima del Redentore (m. 2448, circa 1.50 h). Da qui con una breve deviazione si può salire sopra il Pizzo del Diavolo (m. 2410) seguendo l'aerea crestina in direzione Est.
Ora il percorso inizia a scendere seguendo la cresta sempre molto affilata che inizia a piegare verso Est aggirando la testata della sottostante Valle del Lago. Con alcuni saliscendi si superano i rilievi di Cima del Lago (m. 2422) e Punta di Prato Pulito (m. 2373). In questo tratto si hanno stupende visioni del sottostante Lago di Pilato.
Il percorso ora inizia decisamente a scendere fino ad arrivare alla Sella delle Ciaule (m. 2240, 050 h) dove si trova il rifugio Tito Zilioli. Se si scende tenendosi sulla cresta porre attenzione alle roccette, oppure si possono seguire le più facili tracce di sentiero sulla destra. 
L'itinerario ora prosegue scendendo l'ampio prato in direzione Nord che termina in un canale, dove il sentiero torna evidente. Tenendosi sulla destra si taglia obliquamente la zona di roccette (attenzione ad alcuni saltini di I° grado) scendendo sull'ampio ghiaione e raggiungendo in breve il sottostante Lago di Pilato (m. 1949, 0.45 h). Si continua ora seguendo il sentiero di fondovalle, facendo attenzione al bivio a quota 1763 (circa 15 minuti dal lago), si segue il sentiero di sinistra che risale un ampio ghiaione (direzione Sud-Ovest) fino a Forca di Pala (m.1852), si continua in salita fino a che con ripide svolte si risale a Forca Viola (1,15 h). Ora si ripercorre il sentiero fatto all'andata fino a Capanna Ghezzi (0.50 h).

Dislivello – m. 1106                       Tempo salita – ore 3 - 4                            Tempo discesa - ore 3.30 -4.30                        Difficoltà - EE